Fra un’azione e l’altra per la promozione di Cacciatori di morte (a proposito: ordinato? Se ci son problemi per la distribuzione non esitate a contattarmi attraverso la casella di posta della pagina FB del romanzo, che trovate qui di fianco!), ho dimenticato una celebrazione importante, perchè in questi giorni WillGull ha compiuto un anno di vita.
Anche se non sempre l’ho tenuto aggiornato, e anche se non ha mai tenuto una linea editoriale precisa, è il blog più longevo fra i tre che ho avuto tenuto nel corso degli anni, ed è stato strategico prima per progettare e poi per promuovere il mio romanzo, la collaborazione con Geeko Editor, il perfezionamento delle mie skill professionali come comunicatore e copywriter.
Senza WillGull, forse, niente Cacciatori di morte.
Di strada, tutta in salita, ne abbiamo fatta, e molta altra riamane da farne.
Parlo della narrativa, in primis.
Come ho già accennato, è stata un’annata ricchissima e abbiamo fra le mani molti progetti narrativi pronti per essere presentati al pubblico, o che lo potrebbero essere nel giro dei prossimi mesi.
In quest’anno ho scritto un progetto di romanzo a puntate, 2105, ne ho progettato un altro, ancora più ambizioso, ho in corso di stesura quest’ultimo, di due racconti e di un romanzo lungo.
Ma c’è qualcos’altro nell’aria.
Narrare per fermare il disgusto
Innanzitutto una novità dell’altro giorno: Malocchio, un breve webtale di circostanza attraverso il quale ho tentato di raccontare, tramite l’arma della finzione, un episodio di cronaca davvero disgustoso del quale sono entrato a conoscenza tramite Facebook.
Pare infatti che, qualche giorno fa, Giorgia, una delle sopravvissute alla tragedia dell’hotel Rigopiano dell’altra settimana, sia stata a tutti gli effetti cornuta e mazziata: dopo essere venuta fuori da sotto una valanga, essere tornata a casa distrutta nel cuore e nella mente e aver dovuto fare i conti col trauma, nel momento in cui ha scritto la sua terribile storia su Facebook ha vissuto un’esperienza davvero indimenticabile.
Giorgia, infatti, da vittima della valanga è finista vittima degli odianti, ossia di quegli italioti senza nulla da fare nel corso della propria giornata che, frustrati dai propri insuccessi personali, resi ignoranti da populismi vari targati Lega, Cinque Stelle, Forza Italia e, diciamola tutta, fazioni più tera-tera del PD (e fra queste credo ci possiamo inscrivere tanto renziani quanto post-comunisti) ma, soprattutto, spaventati come cani dal terremoto dell’altra settimana, hanno cominciato a scriverle in bacheca che era un’ingrata perchè non pensava abbastanza alle altre vittime, che era una miracolata e che per questo non avrebbe mai più potuto sorridere o essere felice, ma pregare la Madonna per la salvezza dell’anima.
Cioè il tribunale dell’inquisizione nazional popolare, alimentato dall’ignoranza, ha generato il processo a una ragazza scampata alla strage per esorcizzare le sue paure e per una sana dose di adrenalina populista da presa-della-Bastiglia-denoantri, condita dai peggiori rigurgiti reazionari (che, spero, riguardino solo atteggiamenti ideologici “di destra”… ma ne dubito fortemente).
La faccenda mi ha fatto talmente schifo da darmi il la per parlarne in maniera analitica attraverso l’unico modo che credo di avere per dire la mia, con stile, sulla realtà sempre più pazzesca attorno a noi: ho rimesso in moto la macchina e ho usato l’arma della narrativa fantastica per parlare di tutta una serie di tematiche che secondo me la vicenda di Giorgia ha sollevato:
- violenza repressa nella nostra società (banale, lo so, ma secondo me è cosa vera),
- conformismo ormai diventato estremo,
- ignoranza diffusa e, ciò che è peggio, giustificata (a proposito: ma vogliamo parlare della circolare di Nogarin, a Livorno, sulle vaccinazioni nelle scuole?),
- dinamiche regressive nello “sviluppo” del vivere collettivo.
E’ nato quindi Malocchio, che non parla di valanghe, alberghi distrutti dalla neve, giovani insultate da masse di imbecilli col PC o lo smartphone a portata di mano, ma ancora una volta di stregoneria, fantasmi, cacciatori di mostri.
Eccolo qui, buona lettura.
Fatto?
Letto? Sì?
Che ne pensate?
Ecco, è stato un esperimento, consistente più o meno in questo: come narratore posso riuscire a usare questo blog e le mie storie per parlare di cose serie ogni giorno, metaforizzando con lo strumento della fiction fatti di cronaca, eventi politici o comunque eventi che possono avermi colpito?
Secondo me il ruolo del narratore di fantastico non è quello di intrattenere.
Certo può essere bello aiutare gli altri a non pensare, a divertirsi, a rilassarsi, a stare bene con loro stessi attraverso un’innocua storia di intrattenimento, ma se la storia di intrattenimento è ambientata in un mondo cupo come il mio caro 2100 in cui estremismo religioso, guerra e razzismo hanno avuto la meglio, perchè non usarla per parlare di cose serie rimanendo costantemente vigili e critici sui tanti fatti MEH che vediamo attorno a noi?
Lo sapete che in Russia zar Putin e la Duma hanno degradato il reato di violenza domestica da penale ad amministrativo, consentendo di fatto l’impunibilità per chiunque muova le mani contro una moglie, un figlio o una fidanzata? Roba che probabilmente nella mia cupa Bari descritta in Cacciatori di morte è “di tutti i giorni”, nel 2017 vorrei tanto non lo fosse (ma i sogni son desideri…).
Poi il problem per buona parte della stampa era il ballottaggio nell’Italicum, ma vabbè, dettagli.
Polemiche a parte, ho deciso: WillGull diventerà più che una semplice piattaforma di riflessione sui miei progetti, o di saggio delle mie abilità di scrittura.
Diventerà laboratorio per analizzare la realtà con l’occhio del narratore, del menestrello, del digital storyteller impegnato.
Nel caso di Malocchio, quanto la storia della mia giovane vittima di strani avvenimenti e che si ritrova al centro dell’odio popolare immotivato da parte dei suoi concittadini per “paura” o semplice “cattiveria” è davvero differente dalla storia di una giovane sopravvissuta suo malgrado a una slavina e poi presa a sassate virtuali?
Avremo molto da scrivere, temo.